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L’all you can eat ci distruggerà?

2 Settembre 2013 by Giada 1 commento

all you can eatC’è un fenomeno dilagante che, in quanto amante della buona cucina, mi preoccupa non poco: l’apertura compulsiva di questi all you can eat qualsiasicosa in zona Milano e, soprattutto, provincia. Spuntano come funghi, sono di dimensioni enormi e offrono ogni ben di dio a prezzi bassissimi.

Ne ho tenuti un po’ sott’occhio. Hanno più o meno tutti lo stesso stile e offrono più o meno tutti le stesse cose: cibo cinese, qualche pezzo di sushi, cibo italiano, carne e pesce che puoi sceglierti direttamente dal banco frigo, dolci, gelato. Il tutto senza limiti di quantità, a prezzo fisso.

I prezzi? All’incirca coprono questa fascia: dal lunedì al venerdì intorno ai 10 euro, il sabato e la domenica 12/15 euro a mezzogiorno e 20/25 la sera.

La qualità non è il massimo, il pesce è evidentemente surgelato (per lo meno in quelli provati) e per la carne si può scegliere solo tra fettine, salsicce e wurstel. Ma non si può certo dire che si mangi male. La pulizia, poi, è quasi maniacale.

Ora.

Ogni ristoratore saprà che offrire cibo di qualità, soprattutto carne e pesce, a questi prezzi è davvero una mission impossible perché il guadagno rischia di essere nullo. I proprietari di questi all you can tutti, invece, ci riescono. E fanno il pienone. Questo significa solo una cosa: sarà il periodo di crisi, sarà quel che sarà, ma la maggior parte della gente della qualità non se ne fa un fico secco.

 

Sono diverse le domande che mi faccio a questo punto:

– la cultura del cibo in Italia è ancora relegata a pochissime persone?
– è davvero un problema di crisi? 20 euro, se ci pensate, non sono mica così poche. Anche se, in effetti, si mangia fino a scoppiare e ho visto gente riempirsi 3/4 volte i piatti all’inverosimile
– davvero i commercianti sono disposti a farsi schiacciare da queste realtà?
– la buona cucina dev’essere solo appannaggio di chi può permettersi di mangiare dagli chef stellati?
– ma, soprattutto, davvero noi tutti siamo disposti a farci schiacciare da queste realtà?

milkcheesegreyCiò che a molti sfugge, forse, è che alimentare un tipo di attività come queste crea un danno alla nostra stessa economia. Non voglio farne una questione razziale, ci mancherebbe, ma la stragrande maggioranza di questi ristoranti è gestita da asiatici. Che pagando le dovute tasse hanno tutto il diritto di aprire questi posti ma è noto che, per molti motivi, anche culturali, i loro guadagni non contribuiranno totalmente a far girare l’economia italiana, figuriamoci nel settore della ristorazione.

Non sono per la chiusura totale verso questo tipo di realtà, perché la libertà è di tutti, ma questi posti sono così grandi e ad una diffusione così veloce che mi domando cosa si possa fare per salvaguardare la nostra identità gastronomica.

Se della qualità non ce ne frega nulla, i nostri ristoratori non avranno scampo. Non c’è competizione. Voi direte “allora i nostri ristoratori abbassino i prezzi” ma forse tanti di voi non sanno qual è il reale prezzo della merce per chi, oltretutto, magari avendo un locale non proprio gigante, non ne compra in quantità industriali.

C’è poi un’altra cosa che mi fa piuttosto impressione. Avete mai provato a scrivere semplicemente “All you can eat” su Google?

Schermata 09-2456538 alle 10.47.16Ciò che si legge nei primi tre risultati a me fa davvero impressione, e mi dà la netta sensazione che, diamo pure colpa alla crisi, che tanto non ci sta mai male, è venuta un po’ a tutti la fobia del cibo:

Schermata 09-2456538 alle 10.40.45

Schermata 09-2456538 alle 10.40.55

Schermata 09-2456538 alle 10.41.08

I soldi che risparmieremo con l’all you can eat, secondo me, finiranno tutti al dietologo.

 

Il discorso sarebbe ancora più da approfondire ma a me fa specie vedere che un Paese come il nostro, che del cibo ne ha fatto una bandiera, si lasci sempre di più schiacciare dai fast food prima e da questi all you can eat dopo. Ditemi, ristoratori e operatori del settore in primis, davvero ci diamo già per sconfitti?

 

 

 

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. A.L.

    15 Settembre 2013 alle 15:25

    Sono d’accordo su tutto… o quasi.
    Che sia un fenomeno dilagante è evidente (come tutte le mode). e come tutte le mode secondo me destinato poi a ridimensionarsi.
    Questi locali si basano sul consumo di massa. Prezzi bassi e tanti clienti. Almeno 300-400 al giorno. Se no non stanno in piedi. Ovvio che non se possano aprire più di tanti in una sola zona, ovvio anche che tutti questi clienti finiscono per svuotare gli altri locali.
    Però, anzichè lamentarsi della crisi e della concorrenza sleale degli asiatici (come al solito), occorre rispondere offrendo una alternativa valida e che magari esprima meglio il concetto di qualità italiana.
    Esempio: dei miei clienti hanno aperto una pizzeria difronte a uno di questi all you can eat.
    Risultato 200 coperti al giorno (capienza 130 posti). Motivo? spesa media dai 10 ai 15 euro.
    Ovviamente riduzione del menu a sola pizza o quasi, controllo della organizzazione del punto vendita (acquisti e personale) e soprattutto un prodotto buonissimo.
    Morale: inutile combattere questi locali con ristoranti di pesce o carne che non possono scendere al di sotto di 40 euro a testa.
    Dannoso continuare a proporre locali fuori prezzo, (tipo insalate a 8 euro!)
    Molto meglio cercare nella grande cultura culinaria italiana prodotti semplici (pizza ma non solo) che permetta di fare i numeri non a discapito della qualità, ma anzi esaltando la differenza.
    Buon appetito.

    Rispondi

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GiadaGiornalista e content creator col pallino dei fornelli e del web. Scrivo tanto, cucino da mattina a sera. Se non sto spadellando, mi trovate al tavolo di qualche ristorante. Appassionata di lievitazione, coccolo il mio lievito madre come un figlio. La mia casa è sommersa di farine e nel mio frigorifero non manca mai il burro.

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