Il titolo, lo so, è un po’ metafisico. Ma quando insieme al mio stomaco ho dovuto scegliere quale sarebbe stato il prossimo hamburger che avrei dovuto assaggiare, io non avevo un buon presagio dell’hamburger del Burger Wave, devo dirlo. Già, perché vi sembrerà pazzesco ma quando devo scegliere un ristorante, mi affido a Tripadvisor, Google immagini e al sito del ristorante/fast food, e le foto non mi facevano impazzire, anzi. Poi il tanto parlare che si faceva mi ha fatto decidere per andare finalmente a provarlo nella sede a me più comoda, quella di Porta Ticinese: il Burger wave Colonne (www.burgerwave.it).
Il locale è piccolo. Entro e subito sono accolto da una musica alta (forse troppo) e da un ambiente informale da pub dove ti senti più a tuo agio con una media che con una Coca Zero. Ovunque troverete tavole da surf, immagini di mare e gente che fa acrobazie tra le onde, cartelli stradali australiani e chi più ne ha più ne metta: se non fosse chiaro insomma Burger Wave ha portato a Milano l’hamburger australiano.
Burger Wave nasce proprio dall’esperienza maturata da uno dei soci fondatori, Danilo, che ha vissuto per più di 15 anni tra Sidney e Melbourne, e ha deciso di portare in Italia un concetto di locale dove fosse possibile ritrovare tutta la passione per il mondo australiano. Lui insieme ad Alessandro, rider italiano da sempre appassionato di skate e surf, danno così il via a Burger Wave che oggi conosciamo. Questa storia oggi è un modello vero e proprio in franchising che permette a chiunque di aprire il proprio “Burger Wave”.
Fatte le dovute premesse, parliamo di ciò che siamo venuti a fare: mangiare. Il panino non è servito con le patatine ma queste si possono ordinare a parte (costano 3€). Io non le ho prese, ma ho sbirciato nei tavoli qua e là non sembrano affatto male, né come porzione né come taglio.
Tante scelte stravaganti nel menu, non c’è che dire, ma io ho deciso di optare per un classico hamburger Wave che ha tutto ciò che si possa desiderare in un panino: Hamburger di manzo grigliato, bacon croccante, formaggio, insalata, relish di pomodoro, mayo alle erbe. Il costo è decisamente onesto perché con 7,5€ anche senza patatine sarete soddisfatti e sazi, fidatevi.
Dalle foto che avevo visto in rete il pane mi sembrava il vero tallone d’Achille del posto, ma mi sbagliavo: lo è il personale. Ho visto come hanno trattato una ragazza che si lamentava della carne poco cotta del panino e mi sono sembrati un po’ arroganti nella risposta. Poco importa se voleva la carne ben cotta (Dio abbi pietà di lei) ma questo non viene chiesto all’ordine e ognuno può così sentirsi legittimato a reclamare una cottura diversa. Se non dite nulla sappiate che è al sangue comunque.
Restando un pochino nel locale ho capito che però è così l’atteggiamento in generale che hanno, molto sbrigativo e amichevole, informale. La zona è abituata ad avere a che fare con ragazzi giovani, giovanissimi, quindi temo che quello fuori luogo fossi io, seppur a pranzo.
Ma andiamo al sodo: il panino è ottimo e sicuramente uno dei migliori che potete trovare a Milano. Il nome di questo post non è messo a caso perché da Tripadvisor mi sembrava che il pane fosse un po’ floscio, non all’altezza, e invece mi sbagliavo perché era fragrante e morbido al punto giusto, perfetto per non smaciullarsi nelle vostre mani tra salse e ingredienti. I sapori sono ottimi e si sentono tutti, tra i primi il bacon croccante che è semplicemente perfetto. Una cosa che non ho amato è vedere il formaggio che non si è ben fuso sulla carne come piace a me, peccato.
Piccola tiratina d’orecchie finale: le piccole cose fanno la differenza. Se si dimenticano alcuni ingredienti (ho visto portare dietro un Wave come il mio perché mancava il bacon), o non si è cordiali con il pubblico, la bontà del prodotto passa un po’ in secondo piano.
Insomma, il Burger Wave è ottimo, però si può fare di più. Basta un po’ più di attenzione per fare la differenzain un mercato così ricco come quello offerto da Milano, non trovate?
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